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giovedì 8 agosto 2013

Stars and stripes

Ho appena finito un corso su Coursera.org
Il titolo del corso era "The camera never lies" e cercava di analizzare il modo in cui si può rappresentare la storia attraverso le immagini e quanto queste siano attendibili come documenti storici.
Partendo dall'utilizzo dell'immagine fatto da Hitler passando alla manipolazione delle immagini per manipolare la storia fatta da Stalin.
Non poteva mancare l'analisi di una delle foto più famose della storia recente, la foto della bandiera alzata sul monte Suribachi storia poi rappresentata nel film "Flags of our father" di C.Eastwood.


Si vedono 5 marines, 4 in primo piano, non si vedono le facce e quindi è impossibile riconoscere i singoli, la foto non ci permette di sapere cosa è successo prima e cosa succederà dopo sembra rappresentare il momento della vittoria e invece la battaglia durerà altri 35 giorni.
Nonostante questo la foto è diventata un'icona della vittoria, del gruppo che porta a termine la missione, e della vittoria raggiunta da eroi anonimi.
Questa immagine fu usata per raccogliere fondi per finanziare lo sforzo bellico, la campagna con maggior successo in termini di raccolta. E' entrata nell'immaginario collettivo degli americani tanto da ritrovarla come monumento, nei poster, sui francobolli, nelle foto dei presidenti...



Un'immagine simile all'ombra dei resti delle Torri gemelle, anche questa volta la bandiera ma non più simbolo di vittoria ma della volontà di ricominciare, se la bandiera sul monte Suribachi fu il simbolo della vittoria, quella a New York rappresenta la voglia di ricominciare anche di fronte alla più grande tragedia americana

venerdì 25 maggio 2012

You talkin' me

Un grandissimo del cinema americano: Robert De Niro. Tra le tante interpretazioni ho scelto una delle scene più famose dell'intero cinema americano. Travis si guarda allo specchio e si immagina sfidato pronto a rimettere ordine dell'ipocrisia e della immoralità che vede nella società che lo circonda.


versione originale

venerdì 18 maggio 2012

Al cinema

Inizia una nuova rubrica, quella delle scene dei film che non voglio dimenticare. Quando potrò metterò a confronto la versione doppiata e quella originale. Inizio con uno dei miei attori preferiti Edward Norton e uno dei film più interessanti della sua cinematografia: American History X
Pellicola del 1998 dedicata al tema del razzismo e delle tensioni sociali negli Stati Uniti. La scena che ho scelto è quella in cui Derek attacca con insulti razzisti il compagno della madre.

http://youtu.be/BKgbCAbNdGI

lunedì 8 giugno 2009

Dilemmi

Vorrei vedere "Antichrist" ma ogni volta che penso a Lars Von Trier mi viene in mente Biascica nudo sulla scala che parla della sua retrosessualità

giovedì 31 luglio 2008

Redacted


Brian De Palma è uno dei più grandi, da "Carrie" passando per "Scarface", e a "Gli Intoccabili" si arriva a quest'ultimo "Redacted".

Un soldato americano in Iraq decide di riprendere con la sua telecamera amatoriale tutto quello che accade al suo plotone. Due soldati decidono una notte di irrompere in una casa, violentare una ragazza e poi uccidere la famiglia e bruciare la casa. Gli altri pur non facendo parte attiva dell'azione non fanno niente per bloccarla.

Brian De Palma ritorna alle guerre americane dopo "Vittime di guerra" e ci ritorna per sottolineare che passa il tempo ma niente cambiasi commettono gli stessi errori.

Televisione e giornali ci hanno raccontato una guerra pesantemente filtrata: "effetti collaterali" così hanno chiamato le vittime innocenti. Brian De Palma usa spesso inserire scene dentro le grafiche di Youtube o di forum e forse ci indica là dove cercare quelle verità che i media tradizionali ci hanno nascosto.

Ho l'impressione che questo film non sia stato distribuito... in Italia.

martedì 15 luglio 2008

Until the end of the world

Oggi è il turno di "Cloverfield", "Io sono leggenda" e "E venne il giorno".

Tre film catastrofici come negli anni settanta ma strettamente collegati al trauma dell'11 settembre.

"Cloverfield": film post 11 settembre. New York improvvisamente si trova al centro di quello che all'inizio sembra un attacco terrorista. I personaggi fuggono e cercano riparo continuando a riprendere tutto con una telecamera amatoriale.
Il film passa dopo un inizio un pò fiacco fino ad arrivare al genere horror-fantascientifico-mostrifico. I protagonisti, come insegna "Scream", non fanno altro che cercare di mettersi nei guai. E' ovvio che chiunque ha una telecamera in mano ed è inseguito da mostri che tentano di divorarlo non possa far altro che continuare a riprendere invece di pensare a salvarsi il più velocemente possibile.
Il legame con "Lost" ogni tanto esce fuori in scritte e simboli ma in fondo neanche tanto. Il film è del genere che piace o non piace, chi viene rapito dall'atmosfera si troverà a tifare per i personaggi o... per il mostro, gli altri sono destinati a rifiutare il film un pò come "Blair Witch Project". A me è piaciuto...

"Io sono leggenda" che dire: un bel libro e un film pessimo con un finale tremendo. La parte migliore è il tentativo di approfondire la vita solitaria di Will Smith unico sopravvisuto di un'epidemia. Ma è un tentativo che dura poco il regista preferisce la strada del film horror-azione-adolescenziale con delle specie di zombie che sembrano usciti fuori da un videogioco.

"E venne il giorno": M. Night Shyamalan agli esordi è stato eccezionale, suoi il "Sesto senso" e "Unbreakable" poi è arrivato l'orribile "Signs" e il passabile "The village".
L'inizio del film è veramente inquietante: improvvisamente le persone perdono l'istinto di autoconservazione e iniziano a suicidarsi. Come in "Cloverfield" la prima ipotesi è un attacco terroristico, e penso che molti anni ancora passeranno prima che gli stati Uniti riescano a metabolizzare l'11 settembre. Invece è la natura che si sta ribellando all'uomo, come una sorta di crisi di rigetto le piante sviluppano una tossina che induce al suicidio, e scatta una specie di gara a chi trovo il modo più originale di uccidersi.
I protagonisti per salvarsi si rifuggiano in comunità sempre più piccole fino ad arrivare al singolo nucleo famigliare metafora che la salvezza passa dal rinunciare allo stile di vita raggiunto per ricominciare dalle cose essenziali.
Il film convince a tratti, migliore degli ultimi film di Shyamalan ma non al livello dei primi due.

lunedì 14 luglio 2008

Si prega di riavvolgere il nastro

Nello scorso weekend ho visto il film in oggetto.

L'idea del film è sufficentemente assurda, un uomo nel tentativo di sabotare la centrale elettrica rimane magnetizzato, entra nella videoteca dell'amico rendendo illegibili le videocassette. Nasce la necessità di dover rigirare i film che i clienti intendono affittare. I nuovi film ottengono il successo che nessuno si aspettava fino all'arrivo degli avvocati della major.

L'opera è di Michel Gondry già autore dello splendido "Eternal sunshine of the spotless mind" tradotto in un più idiota "Se mi lasci ti cancello". Lo stesso destino per questo pubblicizzato come "L'acchiappafilm".
In "Be kind Rewind" si traccia una critica al mondo dei vari BlockBuster pieni di film nuovi e con commessi privi di alcuna competenza, ma a me ha colpito soprattutto come viene trattato il passato: "il passato ci appartiene e possiamo cambiarlo se vogliamo" mi ha ricordato in opposizione il tema di "Magnolia" e di "Onora il padre e la madre": "Tu puoi chiudere con il passato ma il passato non chiude con te".
In "Be Kind Rewind" i nostri due eroi rigirando i film creano opere nuove basate sul ricordo delle trame, e in qualche modo se ne appropriano perchè tutti nel ricordo modifichiamo la realtà e la rendiamo più simile a come l'avremmo voluta.
Nel precedente "Eternal sunshine of the spotless mind" ma ancora di più in "Magnolia" e in "Onora il padre e la madre" invece ritroviamo un passato e un destino a cui non ci si può sottrarre.
Un ritorno continuo al tema del ricordo e del rapporto tra causa ed effetto.
Anche potendo cancellare il passato questo si riproduce perchè inevitabilmente rifacciamo sempre gli stessi errori, ogni volta che capitano in situazioni simili scegliamo di seguire le stesse strade. Ogni volta anche sapendo che la porta è quella sbagliata non riusciamo a resistere e eccoci di nuovo nel mondo e in situazioni che avevamo deciso di evitare.

Alla fine cosa rimane?
La consapevolezza di fare sempre le stesse scelte?
Avere la memoria che a volte funziona come quella di un malato di Alzheimer e invece per altre cose sta sempre lì in agguato e con un niente fa tracimare ricordi non desiderati?

Alla fine ne vale la pena perchè siamo quello che ci è successo e le scelte che abbiamo fatto, magari un giorno i ricordi saranno talmente sfumati che diventeranno come i film "maroccati", nel frattempo si va avanti...

sabato 24 maggio 2008

Un comico alla presidenza

Al primo V-day non ho partecipato, ero negli Stati Uniti. L'8 settembre in volo da Seattle e Chicago. Al ritorno a leggere i giornali italiani ho scoperto un intero sistema politico che insultava un comico. Poi è venuto il tempo del V-day 2, e ai politici si sono aggiunti i giornalisti. Siamo in una strana nazione che ha paura dei comici più dei pregiudicati.

Mi è capitato di vedere un film "L'uomo dell'anno" con un ottimo Robin Williams. Un comico comincia a concorrere per la presidenza. Inizia la campagna con un tono dimesso, ma durante un dibattito televisivo comincia ad aggredire gli avversari. Torna a parlare chiaro con lo stile che lo aveva portato a diventare una star della televisione. Il suo gradimento aumenta e viene eletto. Ma non finisce così e la fine ve la lascio.
Devo dire che l'ho visto per caso ma ho trovato alcune battute eccezionali: riguardo la mania di indagare sulle abitudini sessuali dei candidati "I had sex with a prostitute when I was 21, I was so bad, she gave me a refund." (ho fatto sesso con una prostituta a 21 anni, sono stato così pessimo che mi ha dato un rimborso) oppure criticando il sistema sanitario americano "We'll pay for your Viagra but not for your glasses. That way, you get a hard-on but can't see where to put it! " (Paghiamo per il Viagra ma non per gli occhiali, in questo modo puoi avere un'erezione ma non vedere dove metterlo).

Se dovesse capitare... Beh io voglio Luttazzi presidente del consiglio e il bagaglino all'opposizione

Home of the brave

Il nostro inno recita frasi ottocentesche che ai più ormai non dicono niente. Ci fa scandalo che i calciatori non lo cantino ma tutti noi ce ne ricordiamo esclusivamente in occasione degli eventi sportivi.

Una delle cose che mi ha colpito nei miei soggiorni americani è stato l'attaccamento alla bandiera e al concetto di nazione che si vede e si respira ovunque. Prima di ogni evento un cantante si esibisce nell'inno e tutti gli spettatori si alzano in piedi e con la mano sul cuore accompagnano il canto.

Il mio primo viaggio negli Stati Uniti è coinciso con il 4 luglio e con una popolarità di Bush ad un buon livello. Moltissimi portavano sulle loro auto i fiocchi gialli segno del supporto alle truppe in Iraq e ovunque si vedevano bandiere a stelle e strisce. L'ultima volta la popolarità di Bush era invece molto bassa e i fiocchi gialli erano spariti le bandiere invece c'erano tutte. Non so se tutto questo contribuisce al rispetto della cosa pubblica, e devo dire che le bandiere e gli inni mi lasciano perplesso ma se servono ad insegnare l'importanza del bene comune allora ben vengano.

Il titolo viene da un verso dell'inno americano: Oh, say does that star-spangled banner yet wave O'er the land of the free and the home of the brave. Traduco: dillo che la bandiera stellata sventola ancora sulla terra dei liberi e la casa dei coraggiosi... più o meno.

Ma è anche il titolo di un film sui reduci della guerra in Iraq. Film che mi ha ricordato quelli che ci hanno raccontato il ritorno a casa dal Vietnam. Uomini e donne che perdono la speranza e la possibilità di provare emozioni: la guerra, la perdita dei compagni d'armi, il sangue, il nemico, tutto contribuisce a svuotarli. Il ritorno a casa non fa altro che accentuare l'allontanamento che hanno vissuto, niente è più come prima.
I grandi dolori non avvicinano, finiscono per allontanare e forse l'unico modo di superarli e cambiare tutto e cominciare una nuova strada, non c'e' colpa e non si può far niente perchè ormai tutto è già rotto. Finalmente l'ho capito... ho impiegato del tempo ma io sono un pò tardo.