mercoledì 12 maggio 2010

Cucina futurista

* abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana in quanto antivirile perchè uno stomaco appesantito non è mai favorevole alla sanità, all'agilità e alla freschezza dell'intelletto e del fisico;
* abolizione del volume e del peso nel modo di concepire e valutare un alimento;
* abolizione delle tradizionali miscele per l'esperimento di tutte le nuove miscele, apparentemente assurde;
* abolizione del quotidianismo mediocrista nei piaceri del palato e di tutti gli altri sensi che comporta: abolizione delle posate per moltissimi dei piatti preparati, l'uso dei profumi per favorire la degustazione; l'uso della musica negli intervalli tra una vivanda ed un'altra per non distrarre il palato; l'abolizione del parlare a tavola; l'uso della poesia per accendere con la loro intensità sensuale i sapori di una vivanda, stimolare la curiosità la sorpresa e la fantasia con la presentazione delle diverse vivande; bocconi che contengano dieci- venti sapori diversi da gustare in pochi attimi; l'uso di strumenti scientifici (ozonizattori, apparecchi a raggi ultravioletti, ecc.) per esaltare il sapore dei cibi;
* abolizione delle parole, degli usi, delle consuetudini che ricordino, anche se pur vagamente, tutto ciò che non è italiano;
* abolizione delle dosi per preparare le vivande perchè la dosatura deve eccitare la fantasia inventiva del cuoco e perchè un errore del cuoco può suggerire delle nuove vivande.

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