martedì 15 luglio 2008

Until the end of the world

Oggi è il turno di "Cloverfield", "Io sono leggenda" e "E venne il giorno".

Tre film catastrofici come negli anni settanta ma strettamente collegati al trauma dell'11 settembre.

"Cloverfield": film post 11 settembre. New York improvvisamente si trova al centro di quello che all'inizio sembra un attacco terrorista. I personaggi fuggono e cercano riparo continuando a riprendere tutto con una telecamera amatoriale.
Il film passa dopo un inizio un pò fiacco fino ad arrivare al genere horror-fantascientifico-mostrifico. I protagonisti, come insegna "Scream", non fanno altro che cercare di mettersi nei guai. E' ovvio che chiunque ha una telecamera in mano ed è inseguito da mostri che tentano di divorarlo non possa far altro che continuare a riprendere invece di pensare a salvarsi il più velocemente possibile.
Il legame con "Lost" ogni tanto esce fuori in scritte e simboli ma in fondo neanche tanto. Il film è del genere che piace o non piace, chi viene rapito dall'atmosfera si troverà a tifare per i personaggi o... per il mostro, gli altri sono destinati a rifiutare il film un pò come "Blair Witch Project". A me è piaciuto...

"Io sono leggenda" che dire: un bel libro e un film pessimo con un finale tremendo. La parte migliore è il tentativo di approfondire la vita solitaria di Will Smith unico sopravvisuto di un'epidemia. Ma è un tentativo che dura poco il regista preferisce la strada del film horror-azione-adolescenziale con delle specie di zombie che sembrano usciti fuori da un videogioco.

"E venne il giorno": M. Night Shyamalan agli esordi è stato eccezionale, suoi il "Sesto senso" e "Unbreakable" poi è arrivato l'orribile "Signs" e il passabile "The village".
L'inizio del film è veramente inquietante: improvvisamente le persone perdono l'istinto di autoconservazione e iniziano a suicidarsi. Come in "Cloverfield" la prima ipotesi è un attacco terroristico, e penso che molti anni ancora passeranno prima che gli stati Uniti riescano a metabolizzare l'11 settembre. Invece è la natura che si sta ribellando all'uomo, come una sorta di crisi di rigetto le piante sviluppano una tossina che induce al suicidio, e scatta una specie di gara a chi trovo il modo più originale di uccidersi.
I protagonisti per salvarsi si rifuggiano in comunità sempre più piccole fino ad arrivare al singolo nucleo famigliare metafora che la salvezza passa dal rinunciare allo stile di vita raggiunto per ricominciare dalle cose essenziali.
Il film convince a tratti, migliore degli ultimi film di Shyamalan ma non al livello dei primi due.

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